Approfondimento sui noduli tiroidei grazie ai nostri referenti scientifici
È un ingrandimento circoscritto della tiroide, la quale può presentare anche più noduli – gozzo uninodulare o pluri(multi)nodulare. Circa il 10% degli italiani ne soffre.
In Irpinia ci sono circa 50.000 persone che presentano noduli tiroidei. Attraverso l’esame ecografico, ben nel 60-70% della popolazione possono riscontrarsi noduli. Nella maggior parte dei casi sono benigni: solo il 5-10% sono maligni.
Le cause possono essere: ereditarietà, carenza di iodio, esposizione ad alte dosi di radiazioni al collo (soprattutto durante l’infanzia/adolescenza).
I sintomi possono essere assenti. In caso contrario si può notare una tumefazione, un rigonfiamento nella regione anteriore del collo, lievissimi fastidi, se il nodulo è piccolo; se è grande: difficoltà a deglutire (disfagia), sensazione di corpo estraneo alla gola.
I noduli possono essere scoperti per caso effettuando ecografie durante uno screening (indagine) della popolazione o eseguendo esami sul collo (ad esempio, ecocolordoppler dei tronchi sovraortici).
La diagnosi viene effettuata da un endocrinologo attraverso l’ecografia e gli esami (FT4-FT3-TSH; è consigliabile dosare anche la calcitonina, almeno la prima volta) ed eventuale agoaspirato tiroideo con esame citologico, se il nodulo è sospetto. Negli ultimissimi anni possono essere effettuate anche indagini molecolari.
La terapia può essere conservativa, effettuando un follow-up (controlli nel tempo) se il nodulo è benigno; la terapia medica, se la ghiandola è normo-funzionante, quasi mai va fatta. A seconda dei casi, si può anche ricorrere alla terapia chirurgica in presenza di noduli maligni, seguita o meno dalla terapia metabolica con iodio radioattivo con I131. Da alcuni anni ci sono delle terapie alternative non chirurgiche:
- alcolizzazione percutanea (PEI)
- radio ablazione (RFA)
- laser ablazione (PLA)
- micronde (MW)
- ultrasuoni (HIFU)